Sono una volontaria che ha visto nascere Casa Miriam prima come idea e poi nella realizzazione pratica.
Da allora sono passati 12 anni e tante cose sono cambiate:dalla tipologia della comunità (semi-autonomia,comunità educativa,alloggio per l'autonomia) alla struttura interna (quanti lavori di muratura per adeguare gli spazi alle normative di legge),
agli educatori che si sono avvicendati ,alle persone che hanno tentato la strada del volontario....già perchè non è sempre facile farlo: si inizia con l'idea di "fare" qualcosa di molto pratico (ed è anche così!) ma ci si ritrova soprattutto a "costruire relazioni".
Ci si ritrova a condividere del tempo e degli spazi con le donne che accettano l'accoglienza e con i loro bambini.
Tempo e spazi nei quali ci si scopre reciprocamente "nel bene e nel male..."
C'è sempre un po' di preoccupazione all'arrivo del nuovo nucleo da parte di tutti. Di noi volontari che siamo informati a grandi linee dei problemi per cui è richiesta l'accoglienza , per la responsabilità di conoscere e successivamente aiutare queste persone .
Delle mamme ed i loro bambini per la difficoltà ad ambientarsi in una coabitazione con persone estranee e fidarsi di chi dice di essere lì per loro ....le ho in mente tutte le nostre mamme e i loro bambini (con alcune tra l'altro sono rimasta in contatto).....
Con le loro storie di vita, talvolta drammatiche, alle prese con le difficoltà quotidiane aggravate a volte dalla solitudine ma tutte con la voglia più o meno consapevole di dare una svolta...Mi piace pensare di essere stata loro vicina: con il mio poco tempo e la mia scarsa competenza, ma sicuramente con tanto affetto e solidarietà femminile, anche nei momenti faticosi della vita comunitaria
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