Arrivai a Casa Miriam nell'Ottobre del 2003, ero uno degli ultimi obiettori a dover prestare servizio civile: di quei primi giorni ricordo la gioia e la dolcezza di Simona con la piccola Ale e le braccia tese di Sara e Jonathan per farsi prendere in braccio. Era per me un'esperienza completamente nuova!
Prendermi cura di quei piccoli mi ha insegnato a svuotarmi di tante inutilità, aspettative, false certezze di cui era piena la mia vita, e a rimettere al centro la cosa più importante: l'altro e il suo bisogno di sentirsi amato. Ancora oggi quando la gente parla di speranza mi tornano in mente i piccoli di Casa Miriam: Ale, Feven, Sara e Jonathan. Davvero la speranza è nascosta in un bambino!
Marco
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